L’intera piattaforma Facebook è stata ferma per circa 6 ore: mai il gruppo aveva sperimentato un problema tanto grave e per così tanto tempo. Ci siamo posti una domanda semplice ed abbiamo provato a dare una risposta semplice (a Menlo Park ci saranno sicuramente riflessioni ben più approfondite di questa): quanto ha perso Facebook nel vedere fermi per sei ore consecutive tutti i propri servizi, siti e app?
Facebook, quanto hai perso?
Abbiamo provato a fare un calcolo estremamente spannometrico, ma utile a tratteggiare l’ordine delle cose. Il dato più recente e affidabile dal quale possiamo partire è quello relativo alle entrate che il gruppo ha messo a segno nel secondo trimestre fiscale, ossia circa 29 miliardi di dollari. Possiamo quindi calcolare che in un trimestre medio possano esserci circa 90 giorni che, moltiplicati per 24 ore, significano 2160 ore utili per maturare il fatturato complessivo. Ciò significa che, a spanne, ogni singola ora di lavoro di Facebook, Instagram, WhatsApp e ogni altra emanazione della piattaforma di Mark Zuckerberg valga pressappoco 13,4 milioni di dollari. Si tratta in gran parte di investimenti in advertising, dunque un ammontare andato in fumo non appena la piattaforma è andata offline.
Ecco che sei ore vengono quindi a valere (al netto di spese che vanno considerate comunque in buona parte fisse e con un calcolo che non ambisce a nulla più di una stima generale) qualcosa come 80 milioni di dollari. Tutto qui? Non propriamente.
Il 4 ottobre è stata infatti una vera giornata nera per la piattaforma, che in Borsa ha perso quasi il 5%. Il black-out è però soltanto una concausa rispetto a quanto deflagrato invece dalle notizie di una whistleblower, la quale inguaia il gruppo indicandone la connivenza con i fenomeni di hate speech in quanto funzionali a macinare maggiori profitti. Il black-out è costato nell’immediato 80 milioni di dollari – che con ogni probabilità saranno in parte recuperati già fin dalle prossime ore di attività; le notizie secondo cui l’odio possa essere parte del modello di business del social network, invece, rischia di pesare ben di più in prospettiva.
Solo accuse, ma accuse mirate e utili a riaccendere convinzioni che da tempo circondano l’impero di Zuckerberg. Le contrattazioni pre-market sembrano attutire l’impatto del problema, ma il titolo si è nel frattempo sgonfiato e di fronte ai timori che Biden getta sui mercati (non è ancora del tutto fugato il pericolo default per gli Stati Uniti) le tensioni potrebbero facilmente deflagrare in presenza di qualsiasi detonatore potenziale. Meglio evitare ulteriori configurazioni errate sui sistemi, insomma.
Fonte: punto-informatico.it