Che fosse la sua espressione social preferita era noto ormai da anni. Che stesse pianificando qualcosa nel settore era noto già da qualche giorno. Che su questa piattaforma avesse già fatto anche qualche pasticcio che la SEC non gli ha perdonato, era cosa risaputa da mesi. Quel che però nessuno sapeva prima di oggi è che nelle mire di Elon Musk c’era proprio Twitter, del quale da oggi il fondatore di Tesla e SpaceX detiene oltre il 9% della proprietà.
Elon Musk ha infatti in dote 73.486.938 azioni, pari al 9,2% della proprietà e questa notizia non poteva che essere accolta con estremo entusiasmo dagli azionisti: il valore del titolo è schizzato del 20% nelle trattative pre-apertura, promettendo lauti guadagni immediati per tutti coloro i quali hanno investito nel social network. Molto starà a capire ora cosa Musk intenda fare di Twitter, potendo comunque contare su un vasto seguito e un’ampia influenza per poterlo trainare fuori dalle sabbie mobili in cui si è avvitato negli anni di sudditanza rispetto al gigante Facebook.
Musk è il maggior azionista di Twitter
Elon Musk è noto per la sua tendenza – estremamente prolifica – a portare avanti opinioni spesso tranchant e graffianti. Su Twitter è estremamente attivo da tempo, portando avanti discussioni e commenti a spron battuto come nessun altro multimiliardario al mondo. Nei giorni scorsi aveva predicato la necessità di una maggior libertà di parola e di voler improntare su questo aspetto un proprio eventuale impegno nel settore. Come cambierà Twitter di fronte a questa mossa?
Una cosa è certa: l’operazione (per un corrispettivo di quasi 3 miliardi di dollari) avviene nei giorni più caldi degli scontri in Ucraina, nelle ore in cui il negazionismo di Bucha prende largo proprio di tweet in tweet e rischia di accendersi ulteriormente sulla benzina della “libertà di espressione” di cui Musk vuol teoricamente inondare il servizio. Resta ora da capire fino a che punto l’approccio del nuovo influente proprietario potrà e vorrà cambiare i concetti di verità, di fake news, di equidistanza e di rilevanza. Per il momento, curiosamente, Musk non ha ancora twittato alcunché in merito all’operazione appena conclusa. La documentazione è comunque già ufficialmente registrata presso la Securities and Exchange Commission e da oggi il magnate è il maggior azionista del network. La campanella d’allarme deve essere suonata peraltro anche a Menlo Park, nel frattempo: avere un’ombra come quella di Musk sul proprio percorso non sarà semplice neppure per Mark Zuckerberg.
Fonte: punto-informatico.it