Debutto almeno posticipato per Gram, la criptovaluta di Telegram che (proprio come sta accadendo a Libra) continua a incontrare ostacoli sul proprio percorso. Della vicenda pubblicata nei mesi scorsi quando l’azienda ha confermato la volontà di portare avanti il progetto anche per non trovarsi nelle condizioni di dover restituire quanto offerto dagli investitori (1,7 miliardi di dollari) in conseguenza a un mancato rispetto delle tempistiche annunciate in un primo momento.

Le perplessità manifestate dalla Securities and Exchange Commission sembrano aver spinto il team a mettere tutto in standby: nessun esordio entro ottobre, nessuna possibilità di acquistare i token e scambiarli in qualità di moneta virtuale.

Dall’ente federale statunitense è giunta in passato la richiesta della documentazione relativa al funzionamento della blockchain alla base dell’iniziativa Gram. Una pretesa fin da subito non vista di buon occhio da Telegram, società nota principalmente per la sua applicazione dedicata alla messaggistica, preferita da chi cerca un livello di tutela aggiuntivo per la privacy rispetto a quanto avviene ad esempio con WhatsApp.

Di seguito quanto si legge nella documentazione che conferma lo stop al progetto. Riportiamo in forma tradotta un passaggio utile per capire quali siano le preoccupazioni avanzate dalla Securities and Exchange Commission.

Telegram ha accettato di stipulare che non avvierà alcuna offerta, vendita o distribuzione della sua attesa criptovaluta chiamata Gram, così da poter mantenere lo status quo finché la Corte non avrà risolto i problemi legati al centro della questione.

Non è da escludere che Telegram possa rilanciare l’iniziativa in futuro. La decisione annunciata oggi ha come obiettivo quello di evitare una ingiunzione preliminare da parte della SEC, non più necessaria in quanto la volontà di distribuire la moneta virtuale è stata accantonata.

Fonte: punto-informatico.it

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